I lavoratori extracomunitari formati all'estero possono entrare in Italia per scopi lavorativi al di fuori dei limiti imposti dal governo, come stabilito dal Decreto Legge 20/2023, noto come Decreto Cutro. Nel luglio del 2023, il Ministero del Lavoro ha pubblicato Linee Guida che definiscono i requisiti per i percorsi formativi professionali e civico-linguistici, affinché tale formazione sia considerata adeguata, e ha recentemente aggiornato le FAQ in materia. Queste indicazioni si rivolgono principalmente agli enti locali, agli Enti di Trasferimento di Servizio (ETS), alle organizzazioni e alle agenzie per il lavoro che intendono proporre e gestire tali programmi all'estero per agevolare l'ingresso in Italia di nuovi lavoratori formati per settori caratterizzati da difficoltà nella ricerca di personale.
Di seguito, esamineremo i principali aspetti della normativa:
1) Formazione professionale per l'ingresso in Italia: due aspetti
Il Decreto Cutro (D.L. 20/2023, convertito in Legge 50/2023) ha modificato l'articolo 23 del Testo Unico sull'Immigrazione (D.Lgs. 286/1998), consentendo l'ingresso in Italia al di fuori delle quote stabilite dal Decreto Flussi per i cittadini stranieri non comunitari che risiedono all'estero e hanno completato programmi di formazione professionale e civico-linguistica. Tuttavia, tali programmi devono essere approvati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Le Linee Guida specificano che questi corsi devono essere gratuiti e devono fornire ai partecipanti conoscenze specifiche relative a una professione o un'attività lavorativa, comprese nozioni di sicurezza e tutela della salute sul luogo di lavoro, nonché conoscenze linguistiche e civiche per agevolare l'integrazione sociale e culturale in Italia.
2) Formazione professionale per stranieri: beneficiari e organizzatori
I corsi sono destinati a cittadini stranieri residenti in Paesi terzi, apolidi e rifugiati presenti in Paesi Terzi di primo asilo o di transito. Gli organizzatori di tali programmi possono essere Regioni, Province autonome, altri Enti locali, organizzazioni nazionali dei datori di lavoro e dei lavoratori, organizzazioni internazionali ed intergovernative, enti e associazioni che operano nel settore dell'immigrazione, università, istituti di ricerca, operatori pubblici e privati accreditati, organizzazioni della società civile e altri soggetti senza scopo di lucro. Questi soggetti devono rispettare i requisiti stabiliti dal Decreto.
3) Formazione per l'ingresso di lavoratori stranieri: progetti e programmi
I progetti di formazione devono includere dettagli sui profili professionali, i settori di impiego, le modalità di selezione dei partecipanti, le attività di formazione, i requisiti, le risorse umane coinvolte, le risorse strumentali e le sedi operative. Inoltre, devono indicare le modalità di coordinamento con istituzioni e soggetti pubblici e privati locali, le fonti di finanziamento, le modalità di incontro tra domanda e offerta di lavoro in Italia e i metodi di valutazione e monitoraggio del percorso.
4) Ingresso dei lavoratori stranieri: presentazione dei progetti
Gli enti proponenti devono inviare i loro programmi di formazione professionale e civico-linguistica al Ministero del Lavoro, che sarà esaminato da una Commissione interministeriale. Durante la fase di avvio, dovrebbero comunicare l'elenco dei partecipanti, e qualsiasi modifica al programma approvato deve essere notificata al Ministero del Lavoro. Alla fine del percorso, dovrebbero comunicare l'elenco dei partecipanti che hanno completato con successo la formazione e presentare una relazione conclusiva.
5) Procedura di ingresso dopo la formazione professionale
I cittadini stranieri che hanno completato con successo il programma di formazione professionale e civico-linguistica possono richiedere l'ingresso e il soggiorno in Italia per lavoro subordinato. A tal fine, è necessario presentare una richiesta nominativa da parte di un datore di lavoro e una domanda di visto di ingresso entro sei mesi dalla conclusione del corso di formazione. Questo processo consente l'ingresso al di fuori delle quote di ingresso annuali stabilite dal governo.