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Sorveglianza Sanitaria

La sorveglianza sanitaria è effettuata dal medico competente:

  1. nei casi previsti dalla normativa vigente, dalle direttive europee nonché dalle indicazioni fornite dalla Commissione consultiva di cui all'articolo 6;
  2. qualora il lavoratore ne faccia richiesta e la stessa sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi lavorativi.

La sorveglianza sanitaria comprende:

  1. visita medica preventiva intesa a constatare l'assenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato al fine di valutare la sua idoneità alla mansione specifica;
  2. visita medica periodica per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica. La periodicità di tali accertamenti, qualora non prevista dalla relativa normativa, viene stabilita, di norma, in una volta l'anno. Tale periodicità può assumere cadenza diversa, stabilita dal medico competente in funzione della valutazione del rischio. L'organo di vigilanza, con provvedimento motivato, può disporre contenuti e periodicità della sorveglianza sanitaria differenti rispetto a quelli indicati dal medico competente;
  3. visita medica su richiesta del lavoratore, qualora sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi professionali o alle sue condizioni di salute, suscettibili di peggioramento a causa dell'attività lavorativa svolta, al fine di esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica;
  4. visita medica in occasione del cambio della mansione onde verificare l'idoneità alla mansione specifica;
  5. visita medica alla cessazione del rapporto di lavoro nei casi previsti dalla normativa vigente.


Le visite mediche di cui al comma 2 non possono essere effettuate:

  1. per accertare stati di gravidanza;
  2. negli altri casi vietati dalla normativa vigente.

Le visite mediche di cui al comma 2, a cura e spese del datore di lavoro, comprendono gli esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati al rischio ritenuti necessari dal medico competente. Nei casi ed alle condizioni previste dall'ordinamento, le visite di cui al comma 2, lettere a), b) e d) sono altresì finalizzate alla verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti.

Gli esiti della visita medica devono essere allegati alla cartella sanitaria e di rischio di cui all'articolo 25, comma 1, lettera c), secondo i requisiti minimi contenuti nell'Allegato 3A e predisposta su formato cartaceo o informatizzato, secondo quanto previsto dall'articolo 53.


Il medico competente, sulla base delle risultanze delle visite mediche di cui al comma 2, esprime uno dei seguenti giudizi relativi alla mansione specifica:

  1. idoneità;
  2. idoneità parziale, temporanea o permanente, con prescrizioni o limitazioni;
  3. inidoneità temporanea;
  4. inidoneità permanente.

Nel caso di espressione del giudizio di inidoneità temporanea vanno precisati i limiti temporali di validità.

Dei giudizi di cui al comma 6, il medico competente informa per iscritto il datore di lavoro e il lavoratore.

Avverso i giudizi del medico competente è ammesso ricorso, entro trenta giorni dalla data di comunicazione del giudizio medesimo, all'organo di vigilanza territorialmente competente che dispone, dopo eventuali ulteriori accertamenti, la conferma, la modifica o la revoca del giudizio stesso.

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OIL: Cambiamenti climatici e sicurezza sul lavoro
30/04/2024
OIL: Cambiamenti climatici e sicurezza sul lavoro

Un recente rapporto dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) sottolinea che oltre il 70% della forza lavoro mondiale potrebbe essere esposto ai rischi per la salute legati ai cambiamenti climatici, mentre le attuali normative sulla sicurezza e la salute sul lavoro stentano ad adeguarsi a tali rischi. Il documento, intitolato "Ensuring safety and health at work in a changin climate" (Garantire la salute e la sicurezza sul lavoro nel contesto dei cambiamenti climatici), evidenzia che i cambiamenti climatici stanno già avendo un impatto significativo sulla salute e sicurezza dei lavoratori in tutto il mondo. Secondo le statistiche più recenti disponibili fino al 2020, l'OIL stima che oltre 2,4 miliardi di lavoratori su 3,4 miliardi potrebbero essere esposti al calore eccessivo durante il loro lavoro. Questo rappresenta un aumento significativo rispetto al 65,5% al 2000, salendo ora al 70,9%. Il rapporto indica che il calore eccessivo sul luogo di lavoro provoca annualmente circa 18.970 decessi e una perdita di 2,09 milioni di anni di vita a causa di 22,87 milioni di infortuni correlati al calore. Inoltre, circa 26,2 milioni di persone nel mondo vivono con malattie renali croniche derivanti dallo stress termico sul lavoro. Oltre all'esposizione al calore eccessivo, il rapporto evidenzia un insieme di rischi per la salute, incluso il cancro, le malattie cardiovascolari, le malattie respiratorie, le disfunzioni renali e le problematiche legate alla salute mentale. Per giunta, 1,6 miliardi di lavoratori sono esposti alle radiazioni ultraviolette, con oltre 18.960 decessi legati al lavoro all'anno dovuti a tumori della pelle non-melanoma. Altri 1,6 miliardi di persone potrebbero essere esposte all'inquinamento dell'aria nei luoghi di lavoro, portando a circa 860.000 decessi legati al lavoro all'aperto ogni anno. Più di 870 milioni di lavoratori nel settore agricolo sono a rischio di esposizione ai pesticidi, causando oltre 300.000 decessi all'anno per avvelenamento. Vi sono anche 15.000 decessi annuali legati al lavoro dovuti all'esposizione a malattie parassitarie trasmesse da vettori. Il rapporto sottolinea l'importanza di integrare la salute e la sicurezza sul lavoro nelle strategie di risposta ai cambiamenti climatici e nell'elaborazione di politiche, oltre a migliorare le leggi esistenti e sviluppare nuove normative. Inoltre, sono necessarie maggiori ricerche e una base di prove più solida per guidare la risposta, insieme a un dialogo sociale tra governi e partner sociali per coordinare politiche e programmi. Infine, si evidenzia l'importanza di affrontare le sfide emergenti legate alle pratiche "green" che, se non gestite correttamente, potrebbero portare a rischi aggiuntivi per la sicurezza e la salute sul lavoro. Fonti: Report at a glance: Ensuring safety and health at work in a changing climate

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Centrale Idroelettrica di Suviana: Cinque Morti, Cinque Feriti e Due Dispersi
11/04/2024
Centrale Idroelettrica di Suviana: Cinque Morti, Cinque Feriti e Due Dispersi

L'esplosione seguita dall'incendio e dal crollo ha trasformato la centrale idroelettrica di Bargi, sulla sponda sud del bacino artificiale di Suviana, in una scena di caos e distruzione. Gli eventi hanno avuto luogo dalle 14:30 del 9 aprile, e da allora i soccorsi, inclusi Vigili del Fuoco e ambulanze, lavorano senza sosta.  Al momento, si continuano le ricerche dei due dispersi, sebbene le speranze di trovarli vivi si riducano col passare del tempo. L'esplosione sarebbe partita dalla turbina al piano interrato -8 dell'impianto Enel Green Power, dove si stavano svolgendo dei lavori. I soccorsi sono stati immediati, ma si sono riscontrati cinque vittime: Petronel Pavel Tanase, Mario Pisani, Vincenzo Franchina e Adriano Scandellari, le generalità della quinta vittima sono ancora ignote . Le salme sono state trasferite all'ospedale Maggiore di Bologna e poste sotto sequestro dall'Autorità giudiziaria. La dinamica esatta dell'esplosione è ancora poco chiara, ma sembra che alcuni lavoratori fossero al livello -8, dove l'esplosione li ha colpiti, mentre altri erano al livello sottostante -9, dove la stanza è stata allagata dai detriti del crollo. Questo non era un intervento di manutenzione, bensì di adeguamento della centrale, e l'esplosione è avvenuta durante la fase di collaudo. Le stanze colpite sono sotto il livello del lago artificiale, sommerse dall'acqua che continua ad aumentare, complicando le operazioni di soccorso. Le squadre di ricerca specializzate dovranno operare fino a 40 metri sotto terra, su una profondità totale della centrale di 70 metri, per recuperare i dispersi. Nelle prime ore successive all'incidente, sono state avanzate varie ipotesi, anche tra i lavoratori della centrale. Alcuni suggeriscono che durante i lavori di manutenzione dei turboalternatori potrebbe essere avvenuto un cedimento, causando un cortocircuito così potente da provocare l'esplosione della turbina e del trasformatore. Il prefetto di Bologna, Attilio Visconti, si è espresso a riguardo affermando: "Un'esplosione avvenuta durante i lavori di adeguamento della centrale, causata dall'alternatore di una turbina", aggiunge: “Bisogna indagare sui contenuti dell’appalto di revamping, perché quando si parla di turbina si intende di una serie di componenti che nel caso specifico hanno dimensioni imponenti perché parliamo di una delle centrali più importanti che abbiamo in Italia. Dimensioni, potenza e contenuti lì assumono un’altra scala”, prosegue: “C’è chi parla di manutenzione alla valvola rotativa, che non è la macchina idraulica, ma è nelle immediate vicinanze. Di fatto in un impianto idroelettrico c’è una forte interconnessione tra parti meccaniche e parti elettriche e le parti meccaniche sono alimentate da circuiti oleodinamiche che potenzialmente portano un fluido infiammabile. Oltre mi sembrerebbe poco prudente andare”. All'interno della centrale Enel di Suviana, "Potrebbe essersi verificato un cortocircuito, il quale avrebbe generato una grande quantità di calore, e in presenza di materiale infiammabile, potrebbe essere scoppiato un incendio", spiega il professor Francesco Ballio, docente di Ingegneria Idraulica presso il Politecnico di Milano. Tuttavia, la situazione potrebbe essere differente. "C'è chi sta suggerendo che durante la manutenzione del generatore turbina, questo fosse fermo", continua, "questo rappresenterebbe uno scenario completamente diverso, poiché in tale circostanza non ci sarebbe dovuta essere corrente, e quindi non avrebbe potuto verificarsi un cortocircuito". "A questo punto bisogna immaginarsi altro: esempio i tecnici stavano facendo una saldatura e c'erano delle bombole con del materiale infiammabile che sono esplose." "È uno scenario che potrebbe avvenire in qualsiasi cantiere, con l'aggravante che qui è avvenuto in una centrale a pozzo".  

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Affrontare la Perdita dell'Udito sul Lavoro: Sfide e Soluzioni
04/04/2024
Affrontare la Perdita dell'Udito sul Lavoro: Sfide e Soluzioni

La perdita dell'udito sul lavoro è una sfida crescente nel contesto lavorativo moderno, causata principalmente dall'esposizione prolungata a rumori intensi e sostanze chimiche dannose per l'udito. Questa esposizione, oltre 85 decibel ponderati A (dBA), può causare non solo una significativa diminuzione dell'udito ma anche il tinnito, con percezioni uditive persistenti come ronzii o fischi. I danni uditivi possono estendersi a varie parti dell'apparato uditivo, specialmente quando si è esposti a specifiche sostanze chimiche, aumentando la vulnerabilità ai danni uditivi. Molte persone sono esposte a rischi derivanti dall'uso di solventi e altre sostanze dannose, rendendo la perdita dell'udito un problema subdolo che si sviluppa nel tempo. Sintomi premonitori includono difficoltà a seguire conversazioni in ambienti rumorosi e la percezione di un parlato poco chiaro, spesso identificati dai familiari o colleghi prima che la persona stessa ne sia consapevole. Oltre agli effetti diretti, la perdita dell'udito può causare problemi cognitivi, cardiaci e psicologici come depressione e ansia, oltre a aumentare il rischio di incidenti sul lavoro e domestici. La prevenzione è fondamentale e coinvolge datori di lavoro, professionisti della salute e sicurezza e lavoratori stessi. Misure preventive includono la misurazione del rumore, programmi di protezione dell'udito e controlli uditivi regolari. La lotta contro la perdita dell'udito richiede un impegno congiunto, con datori di lavoro che forniscono un ambiente sicuro e formazione sui rischi uditivi, e professionisti della salute e sicurezza che identificano i pericoli e implementano strategie efficaci. L'educazione continua dei lavoratori sui rischi uditivi specifici e sull'uso corretto dei dispositivi di protezione è fondamentale, così come l'adozione di tecnologie innovative per migliorare la protezione uditiva. Investire nella protezione dell'udito non solo migliora la vita dei lavoratori ma contribuisce anche a creare ambienti di lavoro più produttivi e soddisfacenti. La riduzione della perdita dell'udito richiede impegno e collaborazione da parte di tutti gli attori coinvolti, ma può portare a grandi progressi verso un futuro in cui la salute uditiva è una priorità condivisa.

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